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mercoledì 11 febbraio 2015

Amico Fedele


Pompeo Cat  - Foto by Eugenio Acran - 2005














Dedicato a gatto Pompeo fuggito per amare e tornato per amore

Bussò una sera portato dal vento
Un sudicio micio dal manto d'argento
Aveva gli occhi color della giada
E nera la fame del gatto di strada

Il pelo malconcio e la zampa azzoppata
Saziò la sua pancia e passò la nottata
Fuggendo il destino e vedendosi morto
Restò nei paraggi cercando conforto

La sorte gli diede una grande fortuna
Trovare una casa con tanto di affetto
Per tetto non stelle e nemmeno la luna
Ma una piccola tana con un soffice letto

Lo splendido micio dagli occhi di giada
Incontrò la sua fine sull'orrida strada
Il corpo straziato e lo sguardo ormai spento
Bussò per morire e tornare nel vento

By Eugenio Acran - A.D. 2005













Borges Ergo Cogito

Jorge Luis Borges

La storia è questa. Ci giri attorno, lo sfiori, lo pensi, lo trovi citato nei compendi più impensati che vanno dalla letteratura alla storia, soprattutto in molti trattati di scienze, di filosofia, di teologia, di logica e perfino di matematica. Poi ti arrendi e decidi di intercettarlo. 
Chi? Lui, Borges Luis Jorge. L'impatto premeditato (e voluto) é avvenuto su un piccolo tomo intitolato "Discussione". L'oggetto del trattato riguarda la letteratura e la poesia, ma sottende diverse discipline. Mi accorgo subito di una cosa che forse, sotto falsa modestia, potrebbe passare inosservata: la sterminata cultura. E non solo poetica e letteraria, ma filosofica e scientifica. Talmente affascinante da dare fastidioSe l'intelligenza umana si manifesta in molti modi, la sua é cosmogonica, sillogistica, linguisticamente catafratta ed epistemologicamente corretta.  Per esempio parlando della revisione che Torquato Tasso effettua sulla sua  opera poetica  "Gerusalemme Liberata" trasformandola nella "Gerusalemme Conquistata" Borges appunta: "In essa si attenuano le enfasi del testo originale, operazione che, compiuta su un'opera essenzialmente enfatica, può equivalere alla sua distruzione". Ancora, parlando del paradosso della corsa tra l'omerico Achille e la tartaruga propugnato per la prima volta dal filosofo greco Zenone di Elea, nel trarne le conclusioni egli osserva: "... l'esistenza di un corpo fisico, la permanenza immobile, lo scorrere di una sera nella vita si allarmano di avventura a causa di esso. Quella scomposizione avviene mediante la sola parola infinito, parola (e poi concetto) sconvolgente, che abbiamo generato con temerarietà e che una volta ammessa in un pensiero scoppia e lo uccide". Sul peccato teologicamente concepito asserisce: " ... dedurre che un peccato é infinito (e quindi, aggiungo io, il castigo dell'inferno deve essere infinito), perché attenta a Dio che é l'Essere infinito, equivale a dedurre che é santo perchè Dio lo é, oppure pensare  che le ingiurie inferte ad una tigre debbano essere a scrisce". Sull'inferno disquisisce: "Io credo che nel nostro inconcepibile destino, dove vigono infamie come il dolore corporale, qualsiasi stravaganza é possibile, persino la perpetuità di un inferno, ma credo anche che sia irreligioso crederci".  Sull'etica superstiziosa del lettore conclude: " ... la letteratura é un'arte che sa profetizzare il tempo in cui sarà diventata muta, e accanirsi contro la sua stessa virtù e innamorarsi della sua stessa dissoluzione e corteggiare la sua fine". Questa deduzione rientra nella sfera della logica ed é equivalente all'affermazione: "La logica matematica che contiene una quantità sufficiente di aritmetica é l'unica entità metafisica che é riuscita a provare la sua indimostrabilità".
Trasportando metaforicamente il tutto in cultura culinaria, ciò trattasi di un aperitivo che viene prima dell'antipasto, seguito da un primo piatto, da un secondo, da contorni assortiti, da dessert e dal caffè. 
Aspetto affamato le altre portate.

martedì 3 febbraio 2015

L'Incognita Gamma (γ)


  1. WR 104 è una stella di tipo Wolf-Rayet, localizzata a circa 8000 anni luce dalla Terra, nella costellazione del Sagittario. WR 104 fa parte di un sistema binario composto da due stelle che ruotano vorticosamente l'una accanto all'altra. Wikipedia
  2. Raggio: 2.086.000 km (3 R☉)
  3. Distanza dalla Terra: 7.828 anni luce
  4. Massa: 49,72E30 kg (25 Massa del Sole)
  5. Magnitudine: 13,54

  6. Gli scienziati le chiamano "estinzioni di massa" e, nella storia del nostro pianeta, se ne conoscono 5 di grande portata, la terza delle quali, avvenuta circa 250 milioni di anni fa, ha estinto quasi totalmente la vita sulla terra. Oltre a queste 5 ve ne sono state altre di minore intensità che hanno però ugualmente provocato danni consistenti alla vita terrestre. Per questi catastrofici eventi non si hanno certezze riguardo alle cause, ma solo ipotesi supportate dagli elementi chimici rintracciati nei sedimenti del terreno e sulle rilevazioni satellitari relative alla superficie del nostro pianeta. Solo sull'estinzione di massa di circa 60 milioni di anni fa, l'ultima di grandi proporzioni e che portò alla scomparsa dei dinosauri, si ha un'opinione consolidata che la causa sia stata dovuta all'impatto di uno o più meteoriti di grandi dimensioni. La convinzione su tale ipotesi deriva dal fatto che negli strati della crosta terrestre relativa a quel periodo (cretaceo) si sono ritrovate consistenti quantitativi di iridio, un elemento chimico raro sulla terra ma abbondante nei meteoriti. Un'altra causa per cui si ipotizzano le grandi estinzioni di massa é data dall'aumento vertiginoso dell'attività vulcanica della terra che immettendo grandi quantitativi di gas nell'atmosfera ne modifica in modo significativo la composizione chimica. Sono state formulate anche teorie relative al movimento dell'intero sistema solare che provocherebbe periodicamente perturbazione della nube di Oort scagliando comete nella parte interna del sistema solare con alte probabilità di impattare contro il nostro pianeta. 
    Da questi eventi periodici, portatori di mutamenti che causano l'annientamento della vita sulla terra, si può dedurre facilmente una cosa: ci sarà sicuramente in futuro un'ennesimo sterminio di massa che porterà la morte sulla terra. E' solo questione di tempo. 
    Ecco, si dirà, il solito pessimismo catastrofistico. Purtroppo a questa osservazione rispondono l'elenco delle catastrofi sopra riportate che sono ampiamente documentate e scientificamente comprovate.  Il lato positivo della cosa rimane la questione del tempo, nel senso che tra un evento e l'altro si parla di milioni di anni che sono periodi "eterni" se comparati alla comparsa e alla durata dell'uomo sulla terra. La cosa poco rassicurante é che non esiste una lunghezza di tempo costante e determinata tra un episodio e l'altro poiché la probababilità che accadano eventi di questo tipo, data l'aleatorietà delle cause, non é calcolabile. Anzi, a dirla tutta, ci sono eventi esterni al nostro sitema solare che inducono a pensare che tale probabilità sia abbastanza elevata. 
    Gli astrofisici stanno osservando da diverso tempo con un po' di preoccupazione un sistema binario di stelle chiamato WR 104 che si trova nella costellazione del sagittario e che dista circa 8.000 anni luce dal nostro sistema solare. Le due stelle sono di massa spaventosa e la loro temperatura, rispetto al nostro sole, é elevatissima. Il vortice che provocano nella loro rivoluzione dell'una attorno all'altra ha creato una nebulosa di gas stellare e la loro fine sembra, dal punto di vista astronomico, destinata ad un collasso gravitazionale con un botto finale di proporzioni bibliche. Con alta probabilità le due stelle daranno vita ad un buco nero che ingoierà tutto il materiale stellare. Ma non é il buco nero a proccupare gli astrofisici, vista la grande distanza del sistema binario dalla terra, quanto il botto derivante dal collasso che avverrà con un lampo esteso e potente di raggi gamma (γ) che sono tra le onde elettromagnetiche a più alto potenziale. La distanza del sistema binario WR104 dalla nostra terra, per quato riguarda gli effetti dei raggi gamma, non é affatto rassicurante, poichè raggi cosmici proveniente da sorgenti che sono al di fuori della nostra galassia, e quindi a miloni di anni luce da noi, arrivano spesso sugli strati della nostra atmosfera, ma la loro bassa intensità, la fascia di ozono e il campo magnetico terrestre ne annuallano gli effetti altamente nocivi. In questo caso, però, si tratterebbe di un evento all'interno della nostra galassia e abbastanza vicino a noi per cui il super flash di raggi gamma, se colpisse il nostro pianeta, avrebbe un'intesità altissima e renderebbe la terra un deserto.
    Morale: nulla cambia, viviamo alla giornata.

     

giovedì 29 gennaio 2015

Umane Credenze

"Guernica" di Picasso
Tratto da www.strangeart.it

Quando un po' di anni fa ebbi l'occasione di visitare nel museo di Reina Sofia di Madrid l'opera pittorica "Guernica" di Pablo Picasso restai impressionato, oltre che dalle imponenti dimensioni, anche e soprattutto dalla drammaticità che emana l'intera opera. L'assenza di colore e l'uso di tonalità dal nero al grigio chiaro rendono, a mio avviso, tutta  la rappresentazione pregna di terrore e di dolore nella totale distruzione che implica cose, animali e uomini.  Il viaggio a cui partecipai era stato organizzato da un gruppo ricreativo aziendale a cui mi ero aggregato. Dopo la visita al museo che contiene capolavori pittorici moderni e contemporanei, si aprì una discussione tra alcuni componenti del gruppo compreso il sottoscritto. L'incipit partiva proprio dalle considerazioni derivanti dal quadro di Picasso e cioè le motivazioni e le implicazioni che avevano provocato la distruzione totale della città spagnola di Guernica e, più in generale, quelle riguardanti l'odio tra esseri umani che spesso sfocia in guerre sanguinarie e distruttive. La seconda (e si spera ultima) guerra mondiale ha provocato circa settanta milioni di morti in tutto il mondo pari alla popolazione di una grande nazione simile all'Italia. Nella discussione si cercò di capire, tramite il dialogo, le motivazioni che spingono il genere umano a provocare guerre così distruttive e di così devastanti proporzioni. Il percorso dialettico ci portò inevitabilmente ad esaminare i diversi principi etici e filosofici che regolano le eterogenee società umane. Qualcuno, abbastanza ferrato in storia, citò la pace di Westfalia del 1648 che pose fine alla guerra di religione dei trent'anni tra i protestanti tedeschi ed i cattolici. Successivamente circa dieci anni dopo, sempre in relazione alle affermazioni del nostro "storico", anche tra Spagna e Francia fu stipulata una pace definitiva che poneva fine alla supremazia della Spagna sulle Fiandre. Per la prima volta, però, la religione secolarizzata che era stata protagonista della scena politica e sociale europea fin dai tempi del Sacro Romano Impero, venne di fatto estromessa dagli accordi di pace stipulati tra i contendenti.  Convenzionalmente si fa risalire a questo trattato il sorgere degli stati nazione europei affrancati totalmente dal giogo della religione e in cui gli interessi dei singoli era di natura territoriale, politica ed economica. Emergeva quindi nelle società civili di ogni singolo stato che i bisogni di ogni nazione non erano legati al credo religioso, ma agli interessi propri di ogni singolo popolo. La religione non era più quindi un fine, ma un mero mezzo veicolante gli interessi laici di ogni popolo costituito in nazione. Questo non implicò affatto che le guerre tra i singoli popoli europei fossero finite, ma il tema religioso non era più il motivo primo per scatenare una guerra ed il potere temporale dei papi-re conobbe così il suo definitivo declino. Nei due successivi secoli ci fu il consolidamento di questi principi illuministici e gli stati rafforzarono ulteriormente il loro nazionalismo. Il credo religioso fu sostituito da un credo laico il cui scopo era sì il miglioramento delle condizioni civili del popolo, ma fu portatore anche dei particolari  interessi di ogni singola nazione che tendevano a trarre il proprio vantaggio a scapito degli altri popoli. 
Le ideologie permearono le nuove società e il '900 conobbe gli effetti devastanti dell'eccesso individualistico degli stati nazione che scatenarono nell'arco di trent'anni le due più grandi guerre mai conosciute dall'umanità intera. 
Ci si chiede: ed oggi che le grandi ideologie sembrano tramontate e le religioni non hanno più l'importanza politica avuta nel passato, quale umano credo spinge oggi la maggior parte dell'umanità?
Risposta un po' velleitaria: l'economia globalizzata.


martedì 20 gennaio 2015

Care Vecchie Strisce



Delle riminescenze scolastiche la cosa che più ricordo con simpatia sono i diari. Il diario Vitt, il diario BC (ominidi dell'età della pietra "Before Christy") e le strips di Charlie Brown. Diceva un mio compagno di classe: "le strisce dei miei diari mi danno più lezioni di vita rispetto a tutti i libri scolastici che mi porto appresso". L'ironia surrealista delle strisce scaturite dal genio di Jacovitti rappresenta, a mio avviso, una sorta di analisi sociologica che descrive il tipico carattere italiano. Cocco Bill, pistolero ciabattone e confusionario, si muove all'interno di improbabili scenari tra salami sorridenti, vermi pensanti, ragni sospettosi e, in groppa al suo cavallo un po' filosofo ed un po' cialtrone,  risolve in modo cruento le varie situazioni in cui si rende protagonista. BC rappresenta invece uno spaccato della società preistorica che ammicca a quella americana progressista di cui fa parte il suo autore. Nel prefigurare un futuro incerto, il cavernicolo si impegna in opere inconcludenti, con l'ironia e anche un po' di scarcasmo di chi, in fondo, ha poco da perdere. Per finire poi con il puro genio poetico di Charles Shulz e le sue Peanuts, noccioline di filosofia, di saggezza, di argutezza, di ironia, di logica, di sociologia e anche, inesorabilmente, di cattiveria e che ha messo in strips tutte le paranoie dell'uomo moderno utilizzando la finta innocenza dei bambini che spesso sanno essere più spietati e diretti rispetto agli adulti. Ebbene sì, rimpiango quei momenti di serena lettura in cui condividere con gli amici le gags delle care vecchie strisce. A volte mi sento come il "vetusto" Charlie Brown che con le sue problematiche esistenziali ha fatto crescere milioni di persone e mi appello al suo buon senso ed alla sua malinconia condividendo questa sua azzeccata affermazione:


 immagine tratta da oradireli.com

mercoledì 14 gennaio 2015

Anime Salve

Tadamichi Kuribayashi  栗林忠道





Gli eroi non si fanno illusioni. 
Settanta anni fa, tra il febbraio ed il marzo 1945, si consumava nel pacifico l'ennesima sanguinosa battaglia tra le forze armate dell'Impero del Sole e quelle gli Stati Uniti d'America. Se "Raising the flag on Iwo Jima" rappresenta ancora oggi per gli Usa l'emblema eroico di quella battaglia in cui sei marines innalzarano la Stars and Strips sulla cima del Suribachi appena conquistato, dalla parte giapponese il simbolo di quella battaglia resterà per sempre il comandante giapponese Kuribayashi. Nonostante la discendenza da una famiglia militare di samurai, Tadamichi era un uomo sensibile e colto. Portato per la scrittura e la letteratura, si era ritrovato quasi inconsapevolmente all'interno di una brillante carriera militare. Sapeva benissimo che da quella maledetta isola di zolfo non sarebbe più tornato. L'impero del Ciapango sacrificava ad uno ad uno i suoi eroi in una carneficina senza fine. Eppure Kuribayashi sapeva che la fine sua e di molti suoi connazionali, nonché la totale sconfitta della guerra contro gli Usa, sarebbe ineluttabilmente avvenuta. Un uomo che non voleva fare la guerra soprattutto contro una nazione che conosceva benissimo. Un comandante che proibì, anche nel momento più buio ed infelice, gli attacchi suicidi "Banzai" da parte delle sue truppe e non solo per un motivo strategico, ma anche per una ragione di ordine logico ritenendo inutili gli attacchi suicidi in una situazione di netta inferiorità numerica e considerando il soldato non solo come una vittima sacrificale in onore dell'etica militaristica nipponica, ma una persona umana a cui sia data una possibilità, seppur remota, di sopravvivenza.
Che ci faceva dunque un uomo di tale levatura morale ed intellettuale in una guerra così cinica e brutale? Eppure la sua strategia riuscì ad imbrigliare il possente esercito americano per ben trentasei giorni prima di cadere sotto la soverchiante potenza bellica e numerica del nemico, ma infliggendole perdite pesantissime. Ciò non servì a salvare Iwo Jima dalla conquista e pochissimi soldati giapponesi si salvarono dalla carneficina, ma Kuribayashi dimostrò che in battaglia non serve l'esaltazione, il fanatismo e la superbia, ma l'uso della ragione diffondendo fiducia e usando umano rispetto nei confronti dei propri soldati. Il suo corpo non fu mai ritrovato e la versione più accreditata della storia racconta che, dopo essersi tolto i gradi di comandante, si immolò con i propri soldati nell'assalto finale del nemico. 
"E' triste cadere in battaglia" disse il generale nell'ultimo colloquio con il suo imperatore. 
Gli eroi non si fanno illusioni.

giovedì 8 gennaio 2015

Forever You'll Be Here

The cat "Poldo" - Foto by Eugenio Acran













My dear red cat

I tell you that

Wish you were still here

Nevermore you'll be near

the warmth of the fireplace

As tears wet my face

Goodby my dear

Forever you'll be here

 By Eugenio Acran - 2015 jan. 8