Pagine

Translate

giovedì 20 novembre 2014

Oikos Nomos

Letteralmente tradotta in "regola familiare", ovvero l'Economia. Meglio, forse, "gestione delle risorse naturali".  Ma che cos'é veramente l'economia?  Il sostantivo é di solito seguito da un aggettivo che ne identifica il ruolo e il campo. Esempio: l'economia politica, l'economia monetaria, l'economia industriale, l'economia sociale, ecc. Sì, ma l'origine? Ed il fine? Si definisce spesso l'economia come una scienza inesatta perché soggetta a numerose variabili che spesso esulano dal campo scientifico come, ad esempio, comportamenti collettivi di natura psicologica o dettati dall'ambiente in cui si abita o determinati dalla cultura e dall'etica della società in cui si vive e lavora. L'illuminismo e le rivoluzioni industriali hanno determinato uno studio sistematico dei fenomeni economici con la nascita di teorie elaborate ed articolate da diverse scuole di pensiero spesso in contrapposizione tra loro. Alcune ideologie politiche hanno sperimentato forme di economia che si sono poi rivelate fallimentari. Allo stato attuale il capitalismo, nelle sue diverse forme e applicazioni, si considera il modello più sostenibile per creare un benessere il più diffuso possibile. Si accusano però diverse distorsioni di un sistema capitalistico mondiale nel quale la finanza ha già forse preso il sopravvento su quella che viene definita economia reale. Ma cosa si intende in concreto per economia reale? Sintetizzando al massimo: la produzione di beni e servizi. Nell'economia reale le fasi di intermediazione avvengono per mezzo della moneta e più in concreto dalle transazioni finanziarie. Altra domanda: che differenza esiste tra moneta e finanza? Semplificando ancora al massimo: la moneta é il veicolo convenzionale di scambio di beni e servizi e la finanzia ne é la sua trasposizione temporale creatrice di surrogati e derivati. Fermiamoci qui per quanto riguarda moneta e finanza. Si dovrebbero aprire infatti praterie immense di proposizioni per descriverne le origini, gli utilizzi, l'espansione abnorme e l'eccessivo abuso del sistema finanziario. Basti solo ricordare che le grandi crisi economiche mondiali del '900 e del nuovo millennio sono state determinate da un utilizzo a dir poco spregiudicato della finanza. Punto. Torniamo invece alla cosiddetta economia reale e cioè alla produzione di beni e servizi che si realizza attraverso quella fondamentale attività umana che si chiama lavoro. La grande questione su cui le varie teorie si sono dibattute, per quanto riguarda il modello del capitalismo che é quello attualmente ritenuto più efficiente, é se il mercato da solo abbia la capacità di regolare l'intera economia senza alcun intervento da parte dello stato (inteso in senso lato) oppure se il mercato gestito esclusivamente dai privati non abbia all'interno di sé, tramite domanda e offerta,  la capacità di autoregolarsi e apportare da solo le opportune modifiche alle norme di buon funzionamento senza l'intervento dello stato che per ottenere tale obiettivo deve spesso, ma non sempre, aumentare il debito pubblico. L'indicatore di riferimento oggi utilizzato: il PIL. Cioè la ricchezza totale di un paese, ma anche dell'intero mondo dato come sommatoria di tutti i PIL. Ecco la questione: la creazione e la redistribuzione della ricchezza non solo all'interno di ogni singolo paese tra i vari ceti sociali, ma anche tra i vari stati dell'intero mondo. Partiamo dalla creazione di ricchezza. Fino a quando sarà possibile creare nuova ricchezza ed espandere l'economia mondiale? Secondo i modelli attuali esiste solo un ostacolo: il concetto di limite terrestre. Il nostro pianeta é un corpo finito e le sue risorse sono finite. E' quindi plausibile con i modelli economici attuali e con lo sfruttamento assiduo contemporaneo delle risorse naturali sostenere una crescita infinita? La demografia ci indica una terra in sovraffollamento con prospettive di crescita della popolazione a tassi elevati che porterà, tranne impreviste catastrofi apocalittiche, ad avere risorse via via più limitate a partire da quell'elemento fondamentale che si chiama acqua ed inoltre, ovviamente, un inquinamento sempre più pesante e pericoloso per l'intero ecosistema. La risposta al quesito precedente? Applicando solo il buon senso é evidentemente negativa. Il rimedio? Cambiare politica economica. Pensare a modelli economici in cui si possa fermare l'indiscriminato sfruttamento dell nostra navicella spaziale chiamata Terra. Tutti, ma proprio tutti, dobbiamo renderci conto che qualcosa non va nell'economia attuale. Ci dobbiamo rendere conto che cambiare significa anche evitare gli effetti collaterali che l'attuale modello economico produce e che potrebbero portare,  in tempi non molto lontani, ad un collasso dell'intero sistema. Già prendere coscienza di ciò sarà estremamente positivo e stimolante per portare i dovuti e radicali cambiamenti al sistema economico attuale pensando ed applicando nuovi modelli che siano sostenibili per l'intera umanità. 
Confido che l'intelligenza umana gestisca al meglio i suoi evidenti limiti.

venerdì 14 novembre 2014

Orthos Logos

 


 http://liberacarmen.blogspot.it/2012/02/ricordando-i-peanuts-grazie-schulz.htm




A volte ci si concentra solo su un punto di una proposizione o solo su una definizione o solo su un vocabolo e si tralascia il resto non afferrando il vero senso di ciò che si ascolta o si legge. Spesso però é lo stesso interlocutore che espone il concetto in forma distorta o ingannevole applicando tranelli logici o usando vocaboli al posto di altri con significati contrari o, a volte, sinonimi di affermazioni negative. La vignetta qui accanto é invece abbastanza esplicita ed é il povero Charlie Brown che intende quello che vuol intendere conoscendo la terribile  serpe che si trova difronte. Ma i più infidi sono gli inganni logici con i quali qualcuno ti induce a considerare un'azione riprovevole sul piano etico come fosse una buona azione.

Anch'io sono rimasto vittima di una di queste situazioni dalla quale, come si usa nel gergo popolare, ne uscii "becco e bastonato". Trattasi, tra l'altro, di un episodio accaduto con un caro amico che mi ha insegnato che la retta via del pensiero etico, l'orthos logos di aristotelica memoria, é pieno di insidie e di spiacevoli trabocchetti. 

In un tempo non troppo lontano, durante un'escursione in montain bike con il mio amico Beppe, dopo aver percorso un lungo tragitto ci fermammo un po', come nostra consuetudine, all'ombra di alcuni alberi per riposarci e mettere sotto i denti qualcosa da mangiare. Mi tolsi lo zainetto dalle spalle e presi due arance in esso contenute. I due frutti, molto grandi e di bell'aspetto, erano perfettamente identici e ne offrii uno a Beppe il quale se lo mangiò senza fiatare. Dopo alcuni minuti anch'egli estrasse dal suo zaino due mele. Una era bella, grande, rotonda, rossa e di ottimo aspetto e l'altra era invece molto piccola, bitorzoluta e un po' ammaccata. In religioso silenzio il buon Beppe addentò subito la succulenta mela rossa e nel contempo mi porse quella asfittica. Rimasi basito. Sapevo che il buon Beppe ha, tra tanti pregi, anche quello di essere una persona molto generosa e non capii quel suo gesto scortese. Afferrai la mela e in modo piccato gli dissi: "Bell'amico che sei! Mi hai rifilato uno sgorbio di mela mentre tu ti sei sbafato quella migliore!". Beppe mi guardò di traverso come avessi detto una bestialità. Lasciò passare qualche minuto e poi mi rispose: "Scusa, ma se le mele le avessi avute tu quale avresti tenuta per te e quale invece mi avresti offerto?".  Senza indugio risposi: "Io sono un tuo amico e un gentleman e avrei tenuto per me la mela gibbosa e asfittica e ti avrei dato quella bella e succulenta!". E il Beppe di rimando: "Esatto! Sapevo che ti saresti tenuta la mela scorbutica ed é quello che io ho fatto per farti piacere!". Mi aveva chiuso nell'angolo della logica e non ebbi la prontezza di rispondergli anche perché non trovai in quel momento argomenti a mio favore. Il Beppe poi estrasse un'altra mela identica a quella che si era mangiato lui e candidamente me la offrì facendomi presente che non sempre il comportamento di una persona persegue lo stesso obiettivo degli altri e che il giudizio deve rimanere sospeso finché non si é a conoscenza delle vere intenzioni di chi tale comportamento mette in atto. Gli feci comunque notare che qualunque buona intenzione egli avesse nei miei confronti, lui mi aveva rifilato una sòla giocando sì sulle buone intenzioni ma non le sue, ma le mie. Non é corretto attribuire ad altri soggetti affermazioni che riguardano le proprie intenzioni anche se politicamente corrette.

lunedì 10 novembre 2014

Diaspora Esagonale

La stella di David rappresenta lo stato d'Israele ed é, più in generale, il simbolo per eccellenza del popolo ebraico. Le sue origini teosofiche risalgono a tempi lontani e viene raffigurato da altri popoli orientali ed utilizzato anche nell'occultismo. Ci sono varie ipotesi sul suo significato. Nei riferimenti ebraici sulla sua natura i due triangoli equilateri sovrapposti, che formano un esagramma, potrebbero rappresentare la prima e l'ultima delle due lettere "D" comprese nel nome di David, dove la "D" ebraica é molto simile alla lettera delta greca la cui grafia é appunto un triangolo. Ci sono poi altre spiegazioni relative alle motivazioni per cui il popolo ebraico ha assunto questo simbolo a sua rappresentanza ma, in questo contesto, non sono rilevanti. Ci hanno pensato anche i matematici a darci spiegazioni sull'eleganza di questa figura geometrica composita, utilizzata in vari settori di tale disciplina.

Partendo da questi presupposti mi sono chiesto se esistesse, in una realtà più recondita e profonda, una motivazione storica per cui tale simbolo é stato poi ripreso e utilizzato dal sionismo per farne l'emblema dello stato moderno d'Israele nonché la propria bandiera. Chiarisco subito che questo scritto non ha nessuna attinenza con l'antisemitismo e che, anzi, chi scrive tenta di comprendere, al di là dell'utilizzo della semeiotica storico-etnica-culturale, che cosa sia successo nella storia al popolo ebraico. Assurgo allora il simbolo esagrammatico della stella di David come raffigurazione della rosa dei venti che indica le direttrici della diaspora mondiale del popolo da esso rappresentato. Sì, la diaspora ebraica ha qualcosa di speciale e unico nella storia dei popoli della terra. I fenomeni migratori sono sempre stati presenti nella storia dell'umanità. Le invasioni, le guerre, gli stermini di intere popolazioni hanno segnato la storia di molti popoli, ma anche le migrazioni pacifiche hanno poi portato ad integrare popoli di etnie e culture diverse. Il popolo ebraico ha invece una storia a se stante che non  ha paragone con nessun altro popolo del mondo. La sua é la diaspora per antonomasia. Gli spostamenti forzati di massa a cui gli ebrei sono stati sottoposti nella loro storia non ha eguali al mondo. L'odio suscitato trasversalmente da moltissimi altri popoli della terra nei loro confronti ha portato a persecuzioni di portata biblica, con indiscriminati stermini e massacri di massa e con editti di espulsione totale da interi paesi in cui erano "ospiti indesiderati". I più mistificati e insensati pregiudizi nei loro confronti hanno dato origine, nel corso della storia, a ingiustificate superstizioni con relative e terrificanti persecuzioni. Questi presupposti hanno permeato la struttura sociale degli ebrei.  La loro difficile integrazione presso gli altri popoli ha suscitato sospetti e per loro sono stati creati spazi appositamente delimitati e controllati con la nascita di un neologismo italiano che ne definisce anche la natura: il ghetto. 

Eppure qualcuno, esterno al mondo ebraico, ha evidenziato che la storia dell'umanità sarebbe stata molto diversa se fossero venuti a mancare alcuni personaggi ebrei che hanno cambiato per sempre il suo corso. Qualche nome? Einstein, Freud, Plank, Oppenheimer, SchrödingerFermi, Pontecorvo, Born, Hertz, Levi Civita, Meitner, Segré, Teller, Von Neumann, Willstatter, Volterra e circa altri cento per le scienze matematiche, fisiche e chimiche. Per la teologia religiosa ne basta uno: Gesù Cristo. Mahler, Block, Bernstein, Gershwin, Brod, Hermann e altri per la composizione musicale.  Dylan, Kravitz, Streisand, Knopfler, Guetta, Carmen, Simon, Pink, Alpert, Stein, Hoffs e forse altri cento per la musica contemporanea. Andiamo avanti? Non serve. Qualcuno ha osservato che tutti gli altri "Grandi" dell'umanità non sono ebrei e sono tanti, molti di più. Corretto? Certo, in assoluto. Ma in proporzione numerica non esiste una concentrazione così alta di personaggi rilevanti negli altri popoli e, soprattutto, per la portata eccezionale delle loro scoperte. Questione di geni? Non é dato saperlo e forse non è provabile. Una cosa però io penso abbia influito nel produrre un numero così alto di personalità nel mondo ebraico: la diaspora. La loro storia legata a tutto il mondo e a nessun paese. La loro "liquidità" sociale senza radici. Una forzata migrazione per l'intero pianeta. Sempre in viaggio in un perenne nomadismo fisico e mentale privo di confini e radicato in tradizioni spesso non appariscenti ma subliminali alla loro identità. Un continuo ed estenuante equilibrio di adattamento alle diverse situazioni ambientali, allo scambio con le altre culture e con altre tradizioni. L'adattarsi ad attività non radicate e facilmente liquidabili e trasportabili come la finanza, la moneta, i metalli preziosi, i gioielli, la musica, la recitazione, la scienza, l'insegnamento, l'arte e, non ultimo, la politica. Lo sforzo immane di capire e di comprendere il meccanismo che muove il mondo, che regola la natura e che ne persegue l'oscuro scopo. Il pensiero errante, trasfigurazione dell'ebreo errante medioevale, rappresenta la fucina delle loro idee ed il raffinatore delle loro rivoluzionarie teorie. Le traversie della loro storia hanno stimolato le loro agilità mentali inducendoli in una continua ricerca di una possibile variante alla realtà vissuta, come un atleta in continuo allenamento. Né superiorità né inferiorità, ma equilibrismo psicologico di mente aperte e vaccinate contro gli innumerevoli virus diffusi dai pregiudizi e dalla malignità.