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sabato 29 dicembre 2018

Enrosadira


                                  foto by ©Eugenio Acran

Antilogie Costruttive

  
                                  Foto By ©Eugenio Acran 

giovedì 6 dicembre 2018

Il Tramonto Dell'Occidente

Immagine tratta da: http://www.artnet.com - scultura di Fritz Behn

Ogni civiltà ha una sua infanzia, una giovinezza, una maturità e un decadenza. In sintesi: Il Tramonto dell'Occidente di Oswald Spengler. Ciclica nel tempi,  sincronica nelle similitudini dei diversi luoghi e etnie. L'illuminismo considerato come illusione di una conoscenza intellettiva priva di una vera sapienza che deriva dalla spiritualità di ogni singola civiltà. Democrazia come sistema snaturato di potere e sintomo di decadenza nelle fase finale di civilizzazione. L'arte come emblema dei paesi e delle epoche che contraddistingue la "kultur" dalla "zivilisation". Il plasticismo locale della civiltà classica contro l'iperbolica ricerca dello spazio senza fine. La morfologia della storia avversa alla catalogazione storiografica. Il presente privo di divenuto della Grecia antica distinto dalla coscienza del divenire della civiltà occidentale. Un pessimismo ricercatore di un ordine nuovo naturale preconizzato in un terzo regno che nega ogni ottimismo determinato dalla pura "tecnologia" scientifica.
Nascita, crescita, sviluppo, decadenza e morte. Percorso ineluttabile e senza ritorno se privo di una radice spirituale scrutatrice dell'infinito.



lunedì 29 ottobre 2018

Media Vita In Morte Sumus



Val Canali foto by ©Eugenio Acran











Da dove si viene ognuno lo sa
Ma dove si va nessuno lo sa
(Lao Tze)



lunedì 17 settembre 2018

Supponenza Divulgativa

Immagine tratta da: www.lucedimaria.it


Ho notato che nei libri di divulgazione delle diverse discipline di carattere filosofico, storico e lettarario spesso gli autori indicano riferimenti o menzionano citazioni di personaggi di cui, a volte, non se ne conoscono le origini e nemmeno le opere. Se risulta banale per un divulgatore spiegare brevemente i trattati e gli autori citati nei suoi libri quando i personaggi in oggetto sono palesemente famosi, risulta invece difficoltoso per un  lettore non addetto ai lavori cogliere il significato di opere o la specificità di autori pressochè sconosciuti o conosciuti solamente nell'ambito specifico della disciplina trattata. Penso che sarebbe un ottimo servizio di educazione divulgativa se gli autori spiegassero in poche righe i contenuti delle opere e ne dedicassero altrettante per descrivere in breve il profilo anagrafico  e specialistico degli autori citati nei loro riferimenti. Le note a piè di pagina sono un aiuto valido, ma sono di sovente a loro volta impregnate di ulteriori citazioni in una concatenazione senza fine che rendono ancora più smarrito l'incauto lettore. Si sospetta che tali comportamenti non siano accidentali, ma voluti da chi scrive trattati divulgativi per dimostrare il loro indiscusso sapere e la loro vasta conoscenza in relazione alla specifica materia ma che spesso, quando si presentano in forma reiterata e diffusa, appaiono come un vera e propria supponenza divulgativa.

giovedì 26 luglio 2018

Il Verdetto Di Caifa



"Il gran Sacerdote Caifa condanna Gesù":  quadro di Giuseppe Del Grosso






Leggo dal Vangelo il passo dell'evangelista Marco 14, 61-62-63 relativo all'inizio della passione quando Cristo si presenta davanti al Sinedrio di cui è sommo sacerdote Caifa. 

Caifa chiese: "Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio Benedetto?"
Gesù rispose: "Io lo sono! E vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo."
Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: "Che bisogno avete ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia, che ve ne pare?"

Di tutto ciò non avevo ben inteso di quale bestemmia parlasse Caifa. Di un uomo che si proclama Figlio di Dio? Della sua venuta alla destra della Potenza del Padre?
Tralasciando il fatto che Gesù avesse fatto molti proseliti a scapito della platea dei seguaci dei sacerdoti e rammentando che le loro vite erano colluse con il potere temporale, supportate da manifeste ipocrisie e portatrici di arroganti prevaricazioni, restava il fatto di capire in che cosa esattamente consistette la bestemmia che indusse, con la plateale stracciata delle vesti, a dichiarare con tanta enfasi una simile affermazione come un gravissimo peccato.
La risposta la trovai nella teologia ebraica la quale considera il Messia, il Mashìach degli Ebrei che significa "Unto", come colui scelto e inviato da Dio, che verrà a salvare il mondo, a scacciare il maligno, a portare per sempre la pace su tutta la terra, a riunire tutto l'esodato popolo d'Israele sparso per il mondo nella terra promessa e che ricostruirà il tempio di Gerusalemme. Si deduce facilmente che molti degli indizi inducono i cristiani a indicare che tale Messia sia proprio Gesù. C'è però una differenza sostanziale che porta a una distinzione abissale tra il Gesù cristiano e il Mashìach ebraico: la Divinità. Scritta proprio con la maiuscola perchè non è una divinità qualsiasi, ma Dio in persona e più precisamente, secondo la teologia cristiana della Trinità, tre persone in un'unica sostanza. Ecco rivelata l'esclamazione di Caifa sulla bestemmia di Cristo: si è proclamato Dio. Yahweh, Il Dio ebraico, che conincide con il Dio cristiano e con l'Allah musulmano, è unico. Per Caifa il fatto che Gesù si proclami figlio di Dio e quindi, per generazione, Dio lui stesso è, secondo la teologia ebraica, un'eresia incommensurabile. Il Mashìach che loro aspettano sarà un uomo, nato da un essere umano maschile e da uno femminile e che non avrà assolutamente nulla di divino, ma sarà scelto e unto da Yahweh per portare la salvezza nel mondo. Da questo punto di vista la teologia ebraica che rivela e annuncia un dio unico anche come persona è più vicino al credo islamico che indica Allah come unico essere divino onnipotente.
Per questo granitico e inossidabile dogma Caifa indusse Gesù a proclamarsi per quello che lui diceva di essere: figlio di Dio cioè Dio lui stesso. 
Una colossale bestiammia al cospetto del credo ebraico.

martedì 5 giugno 2018

Idioziologia

tratto da: www.pinterest.com













... e la loro esperienza è sterminata come la loro idiozia.

lunedì 21 maggio 2018

Demonocrazia

Immagine tratta da : https://www.aforismario.net/


In un recente dibattitito televisivo, un noto economista e professore in una delle facoltà più blasonate d'Italia affermò che qualsiasi decisione di carattere politico-economica scelta in forma democratica dalla maggioranza dei cittadini è indiscutibile e deve essere applicata tout court. L'intervistatrice incalzò il professore chiedendogli se tali scelte politico-economiche, decise dalla maggioranza dei cittadini per il tramite dei suoi rappresentanti politici che ne hanno dettato le linee guida, fossero applicabili anche nel caso in cui tali decisoni avrebbero potuto nuocere in modo profondo e deleterio sul tessuto economico-sociale della popolazione. La risposta del professore fu perentoria e decisa: "Tutto ciò che il popolo decide democraticamente come maggioranza deve essere deliberato e applicato dalle forze politiche che sono da esso state elette, senza se e senza ma. Punto." La risposta avrebbe tutta l'aria di una provocazione ma, nel silenzioso sguardo stucchevole del professore, l'affermazione suonò come un'inossidabile e fondamentale principio del sistema democratico di in paese moderno e politicamente evoluto. 
Mi sono chiesto: "Questa affermazione è sempre giusta e valida?" Io non credo. Uno stato sovrano e democratico è tale se, nel corso della sua storia, si è dotato di statuti, istituzioni, norme e leggi che sono state pensate, elaborate e applicate in seguito a un serie di accadimenti e esperienze del passato che spesso, per la sua storia, si sono rivelate drammatiche e estremamente negative. La democrazia si rivela un ottimo sistema politico se, e solo se, ha al suo interno una serie di istituzioni previste dal suo organismo giuridico dotate di norme che prevedano di fornite a esse un contro-potere che limiti l'eventuale e chiara sopraffazione di una maggioranza in relazione al sistema di tenuta democratica del paese stesso. Spesso si ricorda, a ragione, che nefasti sistemi dittatoriali sono riusciti a salire al potere di una nazione per mezzo di elezioni democraticamente svolte senza eccepire alcuna mancanza sulla procedura democratica di elezione. Il nodo debole della questione rimane, appunto, sull'impianto giuridico e istituzionale che preveda organi che non consentano in ogni caso, nemmeno ad una maggioranza che elegga democraticamente un gruppo dirigente, di derogare da un codice etico minimo nel quale la minoranza deve essere salvaguardata e garantendo a essa, per il futuro, la possibilità di diventare a sua volta maggioranza e di poter governare anch'essa. Tale regola vale, a mio avviso e ancora di più, per gli impegni che una parte politica può avere sottoscritto su trattati nazionali o internazionali anche se tali trattati sono stati sottoscritti a suo tempo dalla parte politica avversa. Solo se tali trattati fossero palesemente in contraddizione con le regole minime di cui sopra oppure siano sopravvenuti degli eventi che li rendono nulli o annullabili allora si possono disconoscere. Lo stesso dicasi per norme promulgate dalla parte vincitrice alle elezioni democratiche che potrebbero portare il paese verso un chiaro e evidente collasso economico o arrecare danni profondi alle stesse istituzioni politiche e civili. Si osserva che spesso il corpo dell'elettorato non è preparato per conoscere a fondo le problematiche politico- economiche-sociali del proprio paese e, forse, nemmeno è tenuto a saperlo anche se, a dire il vero, ogni cittadino degno di questo nome dovrebbe avere una minima conoscenza delle regole e della normativa vigente.  Un programma elettorale che preveda, in caso di piena applicazione, delle evidenti conseguenze che impegni in modo drastico e pernicioso le future generazioni con la possibilità di cadere in un default economico e istituzionale sono da proibire tout court. Senza se e senza ma.

venerdì 4 maggio 2018

Remake

 Nuova Fiat 500
"Nuova" Fiat 500





Provo una sensazione di fastidio ogni volta che vedo riproporre in chiave moderna qualcosa di costruito, pensato e realizzato in epoche passate. Mi sono chiesto molte volte per quale motivo questa avversione al "déjà vu rifatto" sia una costante sempre presente nel mio modo critico di osservare l'operato umano. La questione non sorge tanto per il valore o disvalore più o meno marcato dell'opera rifatta, ma in quanto ritengo che sia una banale copiatura riprendere idee, progetti, opere e costruzioni prodotte in epoche più remote. Scatta sempre l'osservazione: l'idea originale è sempre la migliore. A volte è solo il mercato a dettare il progetto di rifare un'opera del passato per assecondare la nostalgia di chi ha vissuto o posseduto lo stesso bene e che oggi tenta di riviverlo con suoi rimpianti ricordi. Bisogna però riconoscere che chi usufruisce di questi storici remake molto spesso non sono i nostalgici del loro passato, ma neofiti appassionati di stili e opere "vintage".  Ritengo comunque che il riproporre opere e manufatti del passato in chiave moderna o, peggio, post moderna sia una mancanza di idee innovative, un trascinamento illusorio di manufatti o opere che hanno avuto le loro ragioni e i loro successi proprio per il contesto temporale in cui furono pensati e realizzati. Capisco di più e assolvo i nostalgici che puntano sul pezzo originale, magari apportando qualche variante o miglioria, lasciando però sostanzialmente integra l'opera così ideata e costruita. Non capisco invece chi, sicuramente in buona fede, si appella all'innovazione tecnologica applicata a un progetto vincente del passato per poter dimostrare che tale opera di successo può essere replicata in chiave moderna apportando varianti che sono uno stravolgere totalmente la struttura e lo scopo dell'originale. 
Questo vale a mio avviso per tutte le opere dell'ingegno umano sia di estrazione umanistiche (racconti, letteratura, commedie, films) che tecnologiche (meccanica e ingegneristica in generale).
Il passato è passato e riviverlo impiegando tempo e denaro per riesumarlo ideando e realizzando copie più o meno significative, lo trovo un po' patetico. Meglio progettare e attuare nuove opere con idee moderne e inedite le quali potranno essere ammirate in futuro come successi originali del passato.

sabato 10 marzo 2018

E' Possibile?

immagine tratta da: https://it.pinterest.com/pin/442900944584908276/?lp=true








E' possibile che dopo l'ennesima elezione politica circolino ancora in parlamento parecchie faccie che vedi da trent'anni?
E' possibile che gli elettori eleggano ancora esponenti di partiti politici che hanno contribuito a distruggere un paese?
E' possibile che in un paese democratico si eleggano reppresentanti anti democratici?
E' possibili che in uno stato moderno ci siano ancora persone che votano all'antica?
E' possibile che i conflitti d'interesse siano regolamentati da chi ha conflitti d'interesse?
E' possibile che una popolazione civile abbia ricordi privi della memoria storica?
E' possibile che in una nazione sviluppata i vecchi non mollino e i giovani non trovino?
E' possibile sperare in un futuro in cui chi può se ne va e chi non dovrebbe restare non lo fa?
E' possibile che si possa riformare uno stato in cui si considera la costituzione Suprema e Immutabile?
E' possibile costruire un futuro sperando che ritorni la speranza?
E' possibile risiedere in uno stato dove chi decide dovrebbe sapere e invece chi non sa decide?
E' possibile che chi dovrebbe farsi vedere si nasconda?
E' possibile che chi ha titoli per governare sia escluso da chi governa senza titoli?
E' possibile che l'informazione diffonda bufale  e chi ci crede sia disinformato?
E' possibile che ciò sia possibile?
E' possibile. Viva l'italia.

mercoledì 21 febbraio 2018

Val Canali Panoramica

Sass Maor da Val Canali


                                                       Pala Canali