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lunedì 10 novembre 2014

Diaspora Esagonale

La stella di David rappresenta lo stato d'Israele ed é, più in generale, il simbolo per eccellenza del popolo ebraico. Le sue origini teosofiche risalgono a tempi lontani e viene raffigurato da altri popoli orientali ed utilizzato anche nell'occultismo. Ci sono varie ipotesi sul suo significato. Nei riferimenti ebraici sulla sua natura i due triangoli equilateri sovrapposti, che formano un esagramma, potrebbero rappresentare la prima e l'ultima delle due lettere "D" comprese nel nome di David, dove la "D" ebraica é molto simile alla lettera delta greca la cui grafia é appunto un triangolo. Ci sono poi altre spiegazioni relative alle motivazioni per cui il popolo ebraico ha assunto questo simbolo a sua rappresentanza ma, in questo contesto, non sono rilevanti. Ci hanno pensato anche i matematici a darci spiegazioni sull'eleganza di questa figura geometrica composita, utilizzata in vari settori di tale disciplina.

Partendo da questi presupposti mi sono chiesto se esistesse, in una realtà più recondita e profonda, una motivazione storica per cui tale simbolo é stato poi ripreso e utilizzato dal sionismo per farne l'emblema dello stato moderno d'Israele nonché la propria bandiera. Chiarisco subito che questo scritto non ha nessuna attinenza con l'antisemitismo e che, anzi, chi scrive tenta di comprendere, al di là dell'utilizzo della semeiotica storico-etnica-culturale, che cosa sia successo nella storia al popolo ebraico. Assurgo allora il simbolo esagrammatico della stella di David come raffigurazione della rosa dei venti che indica le direttrici della diaspora mondiale del popolo da esso rappresentato. Sì, la diaspora ebraica ha qualcosa di speciale e unico nella storia dei popoli della terra. I fenomeni migratori sono sempre stati presenti nella storia dell'umanità. Le invasioni, le guerre, gli stermini di intere popolazioni hanno segnato la storia di molti popoli, ma anche le migrazioni pacifiche hanno poi portato ad integrare popoli di etnie e culture diverse. Il popolo ebraico ha invece una storia a se stante che non  ha paragone con nessun altro popolo del mondo. La sua é la diaspora per antonomasia. Gli spostamenti forzati di massa a cui gli ebrei sono stati sottoposti nella loro storia non ha eguali al mondo. L'odio suscitato trasversalmente da moltissimi altri popoli della terra nei loro confronti ha portato a persecuzioni di portata biblica, con indiscriminati stermini e massacri di massa e con editti di espulsione totale da interi paesi in cui erano "ospiti indesiderati". I più mistificati e insensati pregiudizi nei loro confronti hanno dato origine, nel corso della storia, a ingiustificate superstizioni con relative e terrificanti persecuzioni. Questi presupposti hanno permeato la struttura sociale degli ebrei.  La loro difficile integrazione presso gli altri popoli ha suscitato sospetti e per loro sono stati creati spazi appositamente delimitati e controllati con la nascita di un neologismo italiano che ne definisce anche la natura: il ghetto. 

Eppure qualcuno, esterno al mondo ebraico, ha evidenziato che la storia dell'umanità sarebbe stata molto diversa se fossero venuti a mancare alcuni personaggi ebrei che hanno cambiato per sempre il suo corso. Qualche nome? Einstein, Freud, Plank, Oppenheimer, SchrödingerFermi, Pontecorvo, Born, Hertz, Levi Civita, Meitner, Segré, Teller, Von Neumann, Willstatter, Volterra e circa altri cento per le scienze matematiche, fisiche e chimiche. Per la teologia religiosa ne basta uno: Gesù Cristo. Mahler, Block, Bernstein, Gershwin, Brod, Hermann e altri per la composizione musicale.  Dylan, Kravitz, Streisand, Knopfler, Guetta, Carmen, Simon, Pink, Alpert, Stein, Hoffs e forse altri cento per la musica contemporanea. Andiamo avanti? Non serve. Qualcuno ha osservato che tutti gli altri "Grandi" dell'umanità non sono ebrei e sono tanti, molti di più. Corretto? Certo, in assoluto. Ma in proporzione numerica non esiste una concentrazione così alta di personaggi rilevanti negli altri popoli e, soprattutto, per la portata eccezionale delle loro scoperte. Questione di geni? Non é dato saperlo e forse non è provabile. Una cosa però io penso abbia influito nel produrre un numero così alto di personalità nel mondo ebraico: la diaspora. La loro storia legata a tutto il mondo e a nessun paese. La loro "liquidità" sociale senza radici. Una forzata migrazione per l'intero pianeta. Sempre in viaggio in un perenne nomadismo fisico e mentale privo di confini e radicato in tradizioni spesso non appariscenti ma subliminali alla loro identità. Un continuo ed estenuante equilibrio di adattamento alle diverse situazioni ambientali, allo scambio con le altre culture e con altre tradizioni. L'adattarsi ad attività non radicate e facilmente liquidabili e trasportabili come la finanza, la moneta, i metalli preziosi, i gioielli, la musica, la recitazione, la scienza, l'insegnamento, l'arte e, non ultimo, la politica. Lo sforzo immane di capire e di comprendere il meccanismo che muove il mondo, che regola la natura e che ne persegue l'oscuro scopo. Il pensiero errante, trasfigurazione dell'ebreo errante medioevale, rappresenta la fucina delle loro idee ed il raffinatore delle loro rivoluzionarie teorie. Le traversie della loro storia hanno stimolato le loro agilità mentali inducendoli in una continua ricerca di una possibile variante alla realtà vissuta, come un atleta in continuo allenamento. Né superiorità né inferiorità, ma equilibrismo psicologico di mente aperte e vaccinate contro gli innumerevoli virus diffusi dai pregiudizi e dalla malignità.



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