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mercoledì 31 agosto 2016

Dimenticati A Margine

Immagine tratta da www.frasicelebri.it


Per Icio "Carmine" Burana che, ubriaco fradicio, dirigeva il traffico alla rotonda del paese con la bottiglia di birra vuota in mano usandola come paletta e la quale minacciava di scaraventarla addosso agli automobilisti indecisi: nessun vigile urbano riusciva a tenere sgombro l'incrocio come lui.

Per Paolo il Matto che allestiva il suo stand ai mercatini dell'usato vendendo cianfrusaglie risposte su cassette di frutta e il quale, se ti azzardavi a fermarti a vedere la sua mercanzia e non compravi nulla, con neologismo comprensibile unicamente alle sue diverse facoltà cerebrali imprecava: "Scataplinchi!".

Per Pinotto Bassan, beone in dosi multiple rispetto alla sua possente mole, che uscito a tarda notte dall'ultima osteria dopo l'ennesimo "gotto" di rosso e avvicinatosi al suo motorino posto sul cavalletto con la marcia inserita, appoggiava il suo piedone sulla leva di accensione e, senza toccare nient'altro, la spingeva bruscamente fino in fondo facendolo sobbalzare e fracassare rumorosamente al suolo e alzando gli occhi e le mani al cielo borbottava confusamente la fatidica frase freudiana: "Dio Bono, l'è mancanza d'ignoranza!".

Per l'autistico Sandrino detto "Tinti" perché si colorava i capelli con tinture di dubbia natura e di inverosimili colori che dopo anni di isolamento nella sua camera decise di uscire una sera e tirare tardi e per informare di tale decisione sua madre vedova prese un foglio di carta, le scrisse due righe, piegò il foglio, lo mise in una busta, lo affrancò e lo imbucò nella cassetta postale situata a fianco della tabaccheria. Quando rincasò all'alba sua madre lo aspettava sulla porta con in mano un ossuto bastone e glielo stava per lisciare sulla schiena ma lui gridò:  -T. "Non hai letto il mio avviso?" -M." Quale avviso?"  -T. "Quello che ti ho scritto!"  -M. "E dove l'hai messo?"  -T. "In una busta."   -M. "Dov'è la busta?"  -T. "L'ho imbucata nella cassetta delle poste." -M. "Imbecille, arriverà minimo tra due giorni!" -T. "E allora mi bastonerai tra due giorni!".

Per Guerrino il Rosso che distrusse assieme ai fratelli la piccola e diroccata casa dei defunti genitori per non litigare sull'eredità e che sotto le feste natalizie si addobbava come un albero di natale con tanto di lucette a pile, sgargianti festoni e palle colorate facendo il passeggero portoghese nei treni locali per racimolare la questua dai pendolari augurando "Buone feste" a chi lo assecondava e "Vi prenda la peste" a chi lo ignorava,  sfuggendo con irripetibili imprecazioni all'immancabile controllore.

Per Tiberio il ciclista che si costruì da solo una bicicletta da corsa con scarti di ferrivecchi e girava l'intera provincia indossando pantaloni lunghi raggomitolati e bloccati con le mollette da bucato, un capellino in tricolore con il frontino sulle ventitré e la canotta nera con lo stemma dei Savoia.

Per Toni Candiani che aveva ridotto la sua vecchia Fiato 850 ad un ammasso di rottami perché ogni volta che lo lasciava a piedi la prendeva a calci e pugni.

Per Gigetto che girava canticchiando tutto il giorno per il paese con la radiolina a transistor attaccata all'orecchio e immancabilmente spenta, attratto solo dalle belle ragazze alle quali dedicava impossibili melodie. 

Per Graziano detto "El Tarachi" che tenendo con due dita una noce appoggiata al muro la spaccava con un colpo secco del suo smisurato testone da bue.

Per tutti i dimenticati a margine nell'elogio della follia intono l'incipit del peana alla memoria ricordiosa: "Scataplinchi!".