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venerdì 14 novembre 2014

Orthos Logos

 


 http://liberacarmen.blogspot.it/2012/02/ricordando-i-peanuts-grazie-schulz.htm




A volte ci si concentra solo su un punto di una proposizione o solo su una definizione o solo su un vocabolo e si tralascia il resto non afferrando il vero senso di ciò che si ascolta o si legge. Spesso però é lo stesso interlocutore che espone il concetto in forma distorta o ingannevole applicando tranelli logici o usando vocaboli al posto di altri con significati contrari o, a volte, sinonimi di affermazioni negative. La vignetta qui accanto é invece abbastanza esplicita ed é il povero Charlie Brown che intende quello che vuol intendere conoscendo la terribile  serpe che si trova difronte. Ma i più infidi sono gli inganni logici con i quali qualcuno ti induce a considerare un'azione riprovevole sul piano etico come fosse una buona azione.

Anch'io sono rimasto vittima di una di queste situazioni dalla quale, come si usa nel gergo popolare, ne uscii "becco e bastonato". Trattasi, tra l'altro, di un episodio accaduto con un caro amico che mi ha insegnato che la retta via del pensiero etico, l'orthos logos di aristotelica memoria, é pieno di insidie e di spiacevoli trabocchetti. 

In un tempo non troppo lontano, durante un'escursione in montain bike con il mio amico Beppe, dopo aver percorso un lungo tragitto ci fermammo un po', come nostra consuetudine, all'ombra di alcuni alberi per riposarci e mettere sotto i denti qualcosa da mangiare. Mi tolsi lo zainetto dalle spalle e presi due arance in esso contenute. I due frutti, molto grandi e di bell'aspetto, erano perfettamente identici e ne offrii uno a Beppe il quale se lo mangiò senza fiatare. Dopo alcuni minuti anch'egli estrasse dal suo zaino due mele. Una era bella, grande, rotonda, rossa e di ottimo aspetto e l'altra era invece molto piccola, bitorzoluta e un po' ammaccata. In religioso silenzio il buon Beppe addentò subito la succulenta mela rossa e nel contempo mi porse quella asfittica. Rimasi basito. Sapevo che il buon Beppe ha, tra tanti pregi, anche quello di essere una persona molto generosa e non capii quel suo gesto scortese. Afferrai la mela e in modo piccato gli dissi: "Bell'amico che sei! Mi hai rifilato uno sgorbio di mela mentre tu ti sei sbafato quella migliore!". Beppe mi guardò di traverso come avessi detto una bestialità. Lasciò passare qualche minuto e poi mi rispose: "Scusa, ma se le mele le avessi avute tu quale avresti tenuta per te e quale invece mi avresti offerto?".  Senza indugio risposi: "Io sono un tuo amico e un gentleman e avrei tenuto per me la mela gibbosa e asfittica e ti avrei dato quella bella e succulenta!". E il Beppe di rimando: "Esatto! Sapevo che ti saresti tenuta la mela scorbutica ed é quello che io ho fatto per farti piacere!". Mi aveva chiuso nell'angolo della logica e non ebbi la prontezza di rispondergli anche perché non trovai in quel momento argomenti a mio favore. Il Beppe poi estrasse un'altra mela identica a quella che si era mangiato lui e candidamente me la offrì facendomi presente che non sempre il comportamento di una persona persegue lo stesso obiettivo degli altri e che il giudizio deve rimanere sospeso finché non si é a conoscenza delle vere intenzioni di chi tale comportamento mette in atto. Gli feci comunque notare che qualunque buona intenzione egli avesse nei miei confronti, lui mi aveva rifilato una sòla giocando sì sulle buone intenzioni ma non le sue, ma le mie. Non é corretto attribuire ad altri soggetti affermazioni che riguardano le proprie intenzioni anche se politicamente corrette.

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