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mercoledì 29 aprile 2015

Pro Iscariota

Bacio di Giuda, copia del mosaico della basilica di San Marco, Venezia.

Non la si nega a nessuno e la si deve pur fare. La causa deve soggiacere a studiosa analisi e una difesa d'ufficio del reo confesso ne conforma per anagogia un'opera di bene. L'istruttoria d'accusa è pesante e le prove schiaccianti. La difesa riserba molteplici giustificazioni così evidenti che si potrebbe aspirare alla piena assoluzione non per insussistenza dell'atto in sè, presenti in loco numerosi ed autorevoli testimoni, quanto per l'inconsistenza del movente ultimo. 
Ci sono attenuanti oggettive e soggettive. 
Le prime sono appesantite dall'intenzionalità dell'imputato, cosciente del gesto compiuto, ma depotenziate dalla convinzione che l'elevato rango e il pregiato lignaggio del tradito ne avrebbero determinato il suo completo trionfo. L'attesa per l'inviolabilità del Supremo fu disillusa dai silenzi della sua difesa.  Il collegio d'accusa ne esaltò la falsa empietà e fu tortura e morte. Il traditore ha venduto la propria delazione per apostasia del verbo, inibendo il fine eterno del divino e mirando alle corruttibili umane grandezze.
Le seconde sono scriminanti di grado integrale.  Si ostenta l'azione precetta del servo arbitrio in cui tutto é supposto e nulla si oppone. Per conformità profetica, se non lui, altro agente avrebbe agito. Si attenua così il reato per l'oggettiva e meccanica azione del motore che ne annulla l'intento. L'illusione di possedere le piene facoltà mentali in grado di attuare il massimo grado di liberalità ne dissolve la gravità. Il mancato sospetto di assenza di libero arbitrio ne determina, forse, l'umana innocenza.
In attesa di inappellabile verdetto :  Il Giudizio Universale.

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