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venerdì 28 giugno 2013

Loxé Fàlanx

         La  storia è una scienza umana che merita il massimo rispetto. Difficili sono le ricerche di reperti da parte degli archeologi che sappiano dare delle risposte esaustive agli accadimenti del passato. Le fonti scritte, seppur molto preziose, a volte presentano lacune prodotte dagli autori dettate sia dalla conoscenza parziale dei fatti sia dalle intenzioni da parte di chi scrive e racconta i fatti accaduti, soprattutto se il narratore è contemporaneo ai fatti descritti e, come spesso accade, una delle parti in causa. Ciò nonostante, la scienza della storia umana ha affinato tecniche interpretative sia per le fonti scritte sia per reperti archeologici rinvenuti, anche grazie alle moderne tecnologie. Tralasciando in questo post la scienza  archeologica con le raffinate tecniche di studio, ci concentriamo solo sulle fonti scritte. Il confronto e l'incrocio di più fonti scritte, quando ne esistano più di una,  é spesso una tecnica efficace per una corretta interpretazione dei fatti storici accaduti. Purtroppo non sempre si possiedono fonti storiche multiple riguardanti uno stesso accadimento storico e questo complica un po' la vita agli ermeneutici i quali si devono affidare a fatti contigui o ad episodi collegati raccontati da altre fonti storiche. Si va, quindi, per deduzione logico-temporale confrontando accadimenti riguardanti il medesimo contesto storico. Fin qui nulla da eccepire in merito ai ricercatori. La cosa invece assai fastidiosa è che in molti casi chi poi deve descrivere i fatti storici a scopo educativo prendendo spunto da studi fatti da altri esperti, molto spesso applica delle distorsioni o, peggio, delle reticenze. Un esempio? Ne cito uno, ma se ne potrebbero elencare molti altri. La conoscenza approfondita di questo racconto risale a non molti anni fa, mentre del trattato storico con le rispettive reticenze ne venni a conoscenza sul banco di scuola media. Il capitolo riguarda l'egemonia della polis greca Tebe con i suoi famosi esponenti: Epaminonda e Pelopida. La reticenza non riguarda loro, ma la mitica falange obliqua (Loxé Fàlanx) con cui venne disposto l'esercito tebano che fu vincente in più occasioni permettendo un'egemonia della città greca per oltre trent'anni. La storia ci venne raccontata con doviziosi particolari riguardanti la disposizione rivoluzionaria della falange voluta dal mitico comandante Epaminonda (anche se Plutarco racconta che l'invenzione fu del suo amico beotarca Gorgida) che sconfisse clamorosamente il più forte esercito allora conosciuto: lo spartano. Non fu però mai citato in quel lontano frangente, sia dal libro sia dal professore, che l'elite dell'esercito tebano era composto da un battaglione di 300 uomini, detto sacro (hieròs lókhos), formato da 150 coppie di opliti omosessuali. Ora, se si vuole portare un ottimo argomento alle ingiustizie, alle persecuzioni ed ai soprusi subiti nei secoli successivi dagli omosessuali, tutti dovrebbero conoscere questo pezzo di storia che rende giustizia ai luoghi comuni della disinformazione di massa. Questi signori, opliti omosessuali, erano particolarmente legati ognuno al proprio compagno da un sentimento profondo di amore. Questo legame permetteva di proteggersi l'un l'altro nelle mischie furibonde delle battaglie antiche. La presenza di un pericolo costante che poteva causare la possibile perdita del compagno, induceva ognuno a dare il meglio di sé. In poche parole: menavano alla grande! Erano talmente forti che rimasero imbattuti fino alla grande battaglia di Cheronea nella quale i Tebani furono sconfitti dai Macedoni di Filippo e dal figlio di costui, il mitico Alessandro Magno, facendosi massacrare ma non arrendendosi. L'episodio suscitò l'ammirazione ed anche il dolore del re macedone Filippo il quale, come scrive Plutarco, disse: « Possan di mala morte morire quelli, i quali han sospetto che facessero o patisser questi alcuna disonestà ». Nel periodo di tempo che va dal 374 a.c. al 338 a.c. la compagine tebana con il battagliane sacro sconfisse i più potenti eserciti di allora tra cui i feroci e temibili macho Spartiati. Ho citato questo esempio per indurre chi voglia approfondire gli accadimenti a lui più congeniali della storia, di qualunque epoca si tratti, a non apprendere da una sola fonte, magari riportata da uno storico prevenuto come sopra descritto, ma di approfondire consultando diverse fonti e acquisendo il maggior numero di informazioni possibili. Se esistono storici o testimoni che hanno narrato la loro storia contemporeanea, bisogna accedere ai loro documenti scritti. Solo così si potrà avere una corretta (anche se spesso incompleta) opinione sui fatti realmente accaduti e sugli attori che vi hanno preso parte. 
Per onore della cronaca informo il lettore che io sono eterosessuale, ma ho sempre trovato ingiusto ed iniquo offendere, ghettizzare, perseguitare ed emarginare una persona solo per la sua sessualità. Chi crede che omosessualità significhi essere "diversi" o, peggio, "deviati" si rilegga questa pagina di storia ed apprenda che nel mondo greco, che è stata la culla della nostra civiltà, essa venne persino venerata e definita, in questo contesto, "sacra".

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