Pagine

Translate

lunedì 24 giugno 2013

Come Si Era, Mai Più Sarà

Non siamo come eravamo, ma saremo per sempre ciò che siamo stati. 

Prima dell'era digitale il solo modo per ricordare i compagni di scuola era di rivederli nelle vecchie foto di gruppo con annesso insegnante. Non moltissimi anni fa le fotocamere con pellicola analogica in bianco e nero erano possedute da pochi e le fotografie, una volta stampate, venivano spesso dimenticate o smarrite. Alcuni compagni di quei tempi lontani ebbero quindi la fortuna di possedere una copia della foto di gruppo della propria scolaresca e di avere l'accortezza o la fortuna di preservarle nel tempo. Oggi la tecnologia digitale e la comunicazione telematica hanno rilegato nell'era archeozoica le immagine sfocate delle foto risalenti alla prima metà del secolo scorso. Eppure la stampa cartacea, nonostante la bassa tecnologia impiegata, è riuscita a dare un buon servizio alla memoria del nostro passato adolescenziale. Bisogna comunque riconoscere che la digitalizzazione della immagini ha permesso, in molti casi, di salvare reperti fotografici che sarebbero andati inesorabilmente perduti se non fossero stati memorizzati negli archivi magnetici di qualche volenteroso ed appassionato archivista. La foto riportata in questo post ritrae una classe elementare dell'anno scolastico1917-1918, con al centro il maestro che nella fattispecie trattasi di mio bisnonno, scattata nel cortile della scuola di campagna dove egli insegnava. Nonostante che la maggioranza degli alunni ritratti nella foto venisse da famiglie di estrazione contadina e che a non molti chilometri dal paesello in oggetto infuriasse l'inferno della prima guerra mondiale con la sua ecatombe di sangue, ogni bambino appare vestito in modo decoroso. In quegli anni, e per molti anni a seguire, tante famiglie soffrivano i  morsi della fame e i decessi infantili erano numerosi. La vita era quindi molto dura per tutti, ma esisteva una forma di solidarietà paesana e un rapporto di relazione semplice ed aperto con gli altri che portava, nonostante le ristrettezze della povertà, ad una serenità d'animo di cui sono stati validi testimoni i miei nonni. Mi sono stati raccontati in diverse occasioni molti episodi di vita quotidiana vissuta in quegli anni e in ognuno di loro traspariva la semplicità e la serenità dell'animo. Ciò non toglie che oggi abbiamo la fortuna di vivere in un mondo migliore in cui la fame e molte malattie mortali sono state debellate, anche se permangono scandalosamente in gran parte dei paesi del terzo mondo. Il modo di vivere dell'era contemporanea è completamente cambiato rispetto ad un passato tutto sommato nemmeno troppo lontano e rivedendo le immagini e ascoltando i racconti di quegli anni lontani, ci sembra impossibile che il progresso ci abbia permesso di vivere in un mondo così tecnonologicamente avanzato e diverso. Rimane però un dubbio profondo dentro ognuno di noi di chi, avendone l'età,  ha potuto assaporate, anche se in modo marginale, un piccolo pezzo di quel mondo perduto: la serenità d'animo e la semplicità nei rapporti umani. Credo fermamente che negli anni a venire questo sia il tema fondamentale della nostra società avanzata: recuperare certi valori che si sono smarriti in un contesto di tumultuoso sviluppo economico e scientifico. Non si può certo avere nostalgia per quei tempi andati in cui i bisogni primari erano la nutrizione, risollevarsi dalla cronica povertà e sopravvivere alle molte malattie spesso mortali (oggi quasi completamente debellate), ma si deve riuscire a recuperare ciò che di buono i nostri avi ci anno tramandato nonostante le difficoltà oggettive in cui hanno vissuto: i semplici e genuini rapporti umani di una società solidale con gli altri e il recupero di una mutualità economica e finanziaria dettata dalle scarse risorse allora disponibili, oggi smarrita.

Non saremo come siamo, ma torneremo per sempre come siamo stati.

Nessun commento:

Posta un commento